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Riportiamo da ripartelitalia.it un articolo della dottoressa Francesca Bonifazi, ematologa responsabile del trapianto allogenico di CSE presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola-Malpighi. Dal 2015 al 2019 è stata Presidente della Società Scientifica dei trapianti di CSE (GITMO).

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE), che un tempo chiamavamo trapianto di midollo osseo, è una terapia salvavita in grado di guarire molte malattie, neoplastiche e non, del midollo osseo quali leucemie, linfomi, mielodisplasie, immunodeficienze, emoglobinopatie ed alcune malattie genetiche. Si distinguono il trapianto autologo (le CSE provengono dal paziente stesso), utilizzato soprattutto per poter somministrare chemioterapia ad alte dosi in sicurezza e il trapianto allogenico (le CSE provengono da un donatore).

Il trapianto allogenico guarisce grazie ad un duplice effetto di sostituzione delle cellule del sangue malate del ricevente (che essendo malate non possono esplicare la loro funzione) da parte della radio/chiemioterapia pre-trapianto e con l’uccisione delle cellule malate del ricevente da parte delle cellule del sistema immunitario del donatore che le riconoscono e le eliminano (immunoterapia).

 Il trapianto allogenico non è scevro da rischi di mortalità e morbilità ma i risultati clinici sono in continuo sensibile miglioramento.

Le CSE possono essere prelevate nel midollo osseo (circa 30% dei casi), nel sangue periferico dopo stimolazione con fattore di crescita (circa nel 70% dei casi) ed infine, più raramente, nel cordone ombelicale, soprattutto in ambito pediatrico,

Il trapianto allogenico necessita di un donatore HLA compatibile (un sistema di geni che regola la compatibilità), che può essere reperito in famiglia o nel Registro Internazionale, dove afferiscono i dati genetici di HLA di più di 30 milioni di potenziali donatori. Quella del Registro è un esempio straordinario di cooperazione internazionale che coinvolge 50 Paesi nel Mondo e fa si che ogni giorno più di 1000 unità di CSE passino i confini nazionali, nonostante normative tanto diverse.

La pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova il sistema trapianto che tuttavia ha resistito egregiamente alla noxa pandemica. Come facilmente intuibile nelle settimane di marzo e aprile 2020 c’è stata una iniziale riduzione delle donazioni e trasporto delle CSE ma il sistema trapianti ha retto cercando di provvedere alla consegna, a volte rocambolesca delle unità da trapiantare ovvero privilegiando la donazione da donatore familiare.

Si parla di RETE dei TRAPIANTI perchè al processo partecipano le Istituzioni (in Italia il Centro Nazionale Trapianti, il Centro Nazionale Sangue, i centri Regionali Trapianto e Sangue, il Registro Italiano Donatori Midollo Osseo-IBMDR), i programmi trapianto adulti e pediatrici, i Centri Donatori, ubicati nei centri trasfusionali di tutta Italia, le Società Scientifiche del trapianto (GITMO) e del mondo trasfusionale (SIMTI, SIDEM) e le Associazioni (ADMO, ADISCO, ADOCES, AIL, AIEOP).

Tutta la Rete ha risposto alla pandemia cercando di NON ridurre il numero di trapianti, sia autologhi sia allogenici (che sono quelli che più difficilmente possono essere postposti) creando percorsi protetti negli Ospedali per le donazioni, mantenendo i centri trapianto Covid-free, dando modo di criopreservare le CSE che venivano dall’estero quando il volo fosse incerto… Tutto ciò ha portato a conservare sostanzialmente il numero di trapianti di CSE: nei primi sei mesi del 2019 erano stati fatti 1739 trapianti autologhi e 955 trapianti allogenici; nel primo semestre del 2020 la riduzione del numero di trapianti autologhi è stata del 5% mentre per il trapianto allogenico del 4%. Le variazioni sono così piccole da rappresentare una (quasi) normale oscillazione e comunque ampiamente recuperabili nell’arco temporale annuale.

Quello dei trapianti di CSE rappresenta una RETE solidale ed efficiente, che ha dato prova di un Sistema Sanitario pubblico, ad accesso universale, che funziona, di cui siamo fieri e a cui mai potremo rinunciare.