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Desidero rendervi partecipi della mia splendida esperienza. Non so bene che parole utilizzare, perché è un’emozione molto particolare, unica.
Tutto è iniziato il 6 luglio 2011 con una telefonata dal Centro Trasfusionale, che mi comunica la mia probabile compatibilità con una persona straniera, cosa confermata nella giornata dell’8 luglio. Mi sembrava così
strano, impossibile… Davvero io? Ebbene sì, il 20 settembre avrei donato il mio midollo osseo a una bambina americana!
Quando quel martedì mattina mi sono venuti a prendere per portarmi in sala operatoria ero ancora incredula e spaesata. Entrata in sala, sono stata accolta da persone favolose che tra chiacchiere e battute mi hanno messa a mio agio e, senza nemmeno rendermene conto, mi sono addormentata. Poi ho sentito la voce dell’anestesista che mi chiamava. Il primo pensiero è stato “Già sveglia?”, il secondo è volato al mio midollo, alla parte di me che avrebbe viaggiato oltreoceano per essere infuso nel corpo della mia “gemellina”. Il giorno dopo sono stata dimessa: arrivata a casa mi sono sdraiata sul divano e ho dato spazio ai miei pensieri, pensavo alla mia gemellina, mi chiedevo se avesse già ricevuto il mio midollo, pensavo ai genitori che guardavano il mio dono con chissà quale speranza. Questi sono pensieri capaci di creare emozioni grandi e che, purtroppo, non riesco a trasmettervi completamente su carta! In questi giorni provo a immaginare la famiglia che sta iniziando a contare i giorni dalla rinascita della propria piccola e, ovviamente, provo anche a immaginare la bambina (mi piacerebbe conoscerne il nome) che deve affrontare il suo cammino in salita per poter raggiungere la vetta. La penso moltissimo! Chissà se un giorno la incontrerò…
A chi mi chiede “perché sei donatrice?” io rispondo “se me lo chiedi non lo saprai mai”.

Francesca