Nell’ottobre 2010 ADMO ha celebrato i suoi primi vent’anni di vita. O, meglio, di vite donate. La sua storia è nota: costituita nel 1990 per volontà di un gruppo di persone fortemente motivate a creare, anche in Italia, una valida banca dati di donatori volontari, l’Associazione ha sempre avuto – come scopo principale – informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere le leucemie e altre malattie del sangue (linfomi, mieloma, talassemia) attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo.
Quando ADMO ha iniziato il cammino assieme all’IBMDR (il Registro nazionale dei donatori di midollo osseo, con sede presso gli Ospedali Galliera di Genova, costituito nel luglio del 1989) i donatori iscritti in Italia erano 4.363, 188 i pazienti in attesa di donatori compatibili e una probabilità di successo molto esigua, pari appena al 7%. Nel 1991 la prima donatrice italiana (di Torino) dona il midollo a un ricevente di Bologna e nel 1995 vengono iscritti oltre 50.000 donatori nell’arco di un anno, per cui si arriva al traguardo dei 100.000 potenziali donatori.
Come dire che l’Italia sa essere un Paese da primati, insomma.
A vele spiegate verso nuovi orizzonti
Dopo vent’anni, i valori numerici hanno ben altro spessore: i donatori iscritti in Italia sono 390.654 (come confermano i dati IBMDR al 31 dicembre 2010), 2.784 le ricerche attivate per pazienti in attesa (di cui 1.540 per pazienti italiani) ma, soprattutto, è arrivata al 60% la probabilità di successo. Che tuttavia non è sufficiente, benché l’IBMDR sia collegato ai Registri di tutto il mondo per la ricerca di donatori compatibili. La ragione di tale insufficienza numerica? È presto detta (e anche questa è cosa nota): nel caso di donatori non consanguinei, la probabilità di trovare il donatore compatibile con il paziente che dev’essere trapiantato si verifica con un rapporto di 1 a 100.000…
Per questa ragione e per il fatto che l’Italia ha dimostrato, nei vent’anni di attività di ADMO, di avere una popolazione da primati, l’Associazione vuole lanciare una nuova sfida, raggiungere un traguardo per il quale punta soprattutto sui giovani dai 18 ai 35 anni: arrivare a 500.000 donatori iscritti nel Registro italiano.
E la sfida è stata lanciata attraverso l’iniziativa congiunta di ADMO e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nella figura dei Comandi Generali dei Corpi delle Capitanerie di Porto, che ha coinvolto le Direzioni Marittime di Ancona, Bari, Cagliari, Catania, Genova, Livorno, Napoli, Olbia, Palermo, Pescara, Ravenna, Reggio Calabria, Roma Fiumicino, Trieste e Venezia.